Dove ormai tutto è possibile, tendiamo all'impossibile attraverso piccoli gesti, ripetitivi.
E ripetiamo.
E' questa la riflessione che stimola e guida la ricerca che sta dietro il nuovo lavoro di AKA. Dopo un periodo - condiviso coi più - di sospensione e silenzio apparenti ma di grandi movimenti interiori il gruppo torna al lavoro ricominciando proprio dal silenzio in una ricerca sul concetto di limite dal punto di vista del gesto fisico, della dinamica e della ripetizione e lavorando all'interno di territori ben circoscritti da un punto di vista compositivo, improvvisativo ed espressivo. L'esplorazione timbrica e ritmica risultano un terreno ideale per questo tipo di ricerca, che si appropria di elementi tipici dell'improvvisazione non idiomatica europea e li inserisce all'interno di composizioni che fungono da “limite” e che invitano ad essere oltrepassate abbandonando tutte le coordinate possibili, in un tentativo di giungere ad uno spazio altro, il cui nome e la cui geografia non sono mai decisi come tali. Se lo studio di come gesto e ripetizione entrano in dialogo col silenzio possa sembrare un modo per dare una possibile forma alla materia musicale, questa pratica diviene subito sostanza, centro della ricerca.
Sul piano strumentale il quartetto si avvale della collaborazione di un trio d'archi:
il legno rinsalda la musica ad un piano puramente materico, la possibilità di suono senza articolazione riporta ad una dimensione sospesa, senza contorni.
Il materiale, sviluppato durante una residenza presso ZUT! nell'ambito del progetto del Centro di Residenze dell'Umbria C.U.R.A., e presentato in esclusiva per la prima volta all'interno della rassegna di Young Jazz, si focalizza, da un punto di vista musicale, su texture ritmico-timbriche, sulla sovrapposizione di diversi livelli di segni e su soluzioni armoniche che riecheggiano le opere di compositori quali Feldman, Scelsi e Ligeti, pur mantendendo lo spirito e l'approccio di un certo jazz contemporaneo. L'elettronica e la post-produzione diventano fonte di ispirazione per l'approccio all'improvvisazione ed al suono – puramente acustico – dell'ensemble.
Cosa distingue il risiedere entro un confine ed il superamento di un limite?
Che energia può sprigionarsi dalla ripetizione di un gesto?
Che etica rimane in (apparente) assenza di regole?
AKA
AKA ha pubblicato tre dischi per Auand. Il primo, omonimo, nel 2019 e a seguire l'EP Berlin Sessions (2020) e la raccolta di reinvenzioni CTB, few hypotheses (2021), opera audio visuale realizzata in collaborazione con il video maker Lorenzo Picarazzi.