DEAR LAILA
"Cara Laila, ora hai cinque anni e hai iniziato a chiedermi dove sono cresciuto e perché non possiamo andare lì. Questo è il mio tentativo di darti una risposta."
Basel Zaraa è nato nel campo profughi palestinese di Yarmouk, a Damasco, nel 1985. Quella è stata la sua casa d’infanzia, nonostante le sue radici appartengano tuttora al Paese che i suoi nonni hanno dovuto abbandonare nel 1948. Una casa che ha perduto, ancora una volta, distrutta come molte altre. Così, quando sua figlia Laila ha cominciato a domandargli dove fosse cresciuto, non potendo mostrarle un luogo ormai in rovina, ha deciso che avrebbe provato a portare quel luogo a lei. Ne ha ricordato i dettagli – i cubi di cemento grigio, i pali della luce, le antenne, le bandiere palestinesi – per costruirne un modello in miniatura: un’installazione interattiva che ricrea una tipica casa del campo profughi, riportandola in vita attraverso il tatto, la voce, testi, fotografie e e oggetti. Lo spettatore è invitato ad esplorarla, a toccarla, ad ascoltarne l’eco e a raccogliere le tracce della famiglia che l’ha abitata. “Dear Laila” racconta l’esperienza di esilio e di lotta vissuta dai rifugiati palestinesi attraverso una storia familiare. Tra ricordi e dettagli tattili, condivide il modo in cui la guerra è vissuta dalle persone in uno spazio quotidiano, domestico e pubblico.
BASEL ZARAA
Artista palestinese residente nel Regno Unito, il cui lavoro, basato principalmente sull’installazione, utilizza i sensi per avvicinare il pubblico alle esperienze di esilio e di ricerca della propria identità. Tra i suoi lavori precedenti, “As Far As My Fingertips Take Me”, in collaborazione con Tania El Khoury e premiato ai Bessie Awards nel 2019, è stato ospite di Santarcangelo Festival nel 2018: un incontro attraverso una parete tra uno spettatore e un rifugiato, le cui braccia si toccano senza che possano vedersi. Il rifugiato disegna sul braccio dello spettatore attraverso un foro nella parete; lo spettatore ascolta la storia di chi ha attraversato i con ni e subito discriminazioni